Convivialità, uno stato della mente

Quando nel 2012 decisero di dare vita al Convivio, Gianni Occhipinti e Salvo Cerruto erano già amici da lungo tempo e avevano entrambi alle spalle anni di esperienza nel settore dell’accoglienza, della ristorazione e del turismo.

Gianni aveva iniziato da ragazzo a lavorare come barman acrobatico, uno dei primi in Sicilia e sicuramente il primo a Modica, poi aveva scelto di dedicarsi agli studi, conseguendo la laurea in Economia all’Università di Pisa. Non aveva però mai abbandonato la sua prima vocazione, continuando nel tempo libero a gestire locali lungo la costa modicana per piacere, mentre per professione lavorava per una società di revisione prima e Salvo aveva da sempre coniugato studio e passione per i viaggi, lavorando sin da giovanissimo negli alberghi di tutto il mondo e laureandosi in Scienze del Turismo a Milano con una tesi su come integrare l’aspetto sociale nello sviluppo economico dei Paesi delCentro America.

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Dal loro sodalizio, e dalla condivisione di questo voluminoso bagaglio di interessi, conoscenze, passioni e professionalità, è nata l’idea di creare a Modica, comune città d’origine nella quale avevano nel frattempo fatto ritorno, un luogo che raccogliesse i frutti delle tante esperienze vissute ed esprimesse una visione di ristorazione inedita e personale. Il punto di partenza era chiaro a entrambi: il nuovo posto non sarebbe stato una semplice pizzeria, ma uno spazio aperto a una progettualità a 360 gradi e incentrato sull’accoglienza e l’incontro. Uno spazio attraversabile, sensibile agli input esterni, dove vivere la dimensione della socialità a tutto tondo. E che sin dal nome rivelasse un’intenzione, un modo di essere e di sentire, uno stile di vita e di relazione.

Se si guarda al Convivio com’è oggi, dieci anni dopo, la prima cosa che colpisce è l’enorme vetrata che delimita, da lato a lato, l’ampia sala d’ingresso. Un confine labile tra interno ed esterno che, più che chiudere uno spazio, lo apre al contesto, lo schiude. Fuori, il verde dei campi sportivi e la vista su Modica in lontananza, dentro, un grande camino al centro della sala e intorno divani, tavoli, opere d’arte e installazioni sparse qua e là in stile autenticamente casual. In sottofondo musica, e il chiacchiericcio lieve delle persone.

La sensazione, inevitabile, è di sentirsi accolti e invitati a godere della compagnia, della bellezza, dei piaceri della tavola e dell’atmosfera di rilassata informalità.

C’è una parola che descrive con precisione tutto questo, ed è convivialità. Non serve andare a rileggersi l’opera dantesca o consultare il vocabolario Treccani per comprenderne il significato. Chiunque intende immediatamente quel “con-vivere” come condivisione di momenti piacevoli intorno a una tavola, dove il buon cibo e il buon vino sono il pretesto per lo stare insieme, l’innesco della conversazione spensierata, il veicolo dell’intimità tra commensali. Una condizione dello spirito e uno stato della mente, che si aprono all’altro con curiosità e leggerezza.

Intorno a questo mood, a questa identità forte che il luogo emana, i due patron del Convivio hanno costruito, pezzo per pezzo, anno dopo anno, un universo di collaborazioni e amicizie che hanno dato concretezza e sostanza a quella che originariamente era, più che un’idea definita, un’aspirazione.

Oggi il Convivio si pone al centro di una larga rete di relazioni consolidate e solidali che si sviluppa in più direzioni. I rapporti di conoscenza diretta e fiducia con i fornitori locali, le iniziative a sostegno dei produttori- contadini del territorio, le campagne a sfondo sociale, la Jazz Factory e le incursioni nel mondo della musica sono alcune delle attività messe in campo da Gianni e Salvo. E poi il confronto e lo scambio con colleghi del settore – su tutti lo chef Lorenzo Ruta di Taverna Migliore che è anche food manager del Convivio -, che hanno permesso di raggiungere risultati eccellenti non solo sui lievitati, punto di forza indiscusso del Convivio, ma anche nella panificazione e nella proposta della Cucineria, che da qualche tempo ha affiancato la pizzeria.

come responsabile amministrativo per un ente creditizio poi

E ancora, o soprattutto, la relazione quotidiana con le persone che vivono il Convivio dall’interno, chi fa parte da anni dello staff, diventato col tempo una grande famiglia, e chi sceglie di trascorrervi i pomeriggi d’inverno a sorseggiare un aperitivo accanto al camino sempre acceso, o le serate estive godendosi il fresco sulla terrazza e il piacere di una pizza della migliore qualità, accompagnandola con una birra artigianale o un calice di vino. Sono queste relazioni, queste persone, che rafforzano giorno dopo giorno l’identità del Convivio, perché i posti li fanno le persone che li attraversano, come sostengono Gianni e Salvo.

Quale che sia il modo in cui si voglia vivere l’esperienza Convivio, l’unica cosa da tenere a mente quando si varca la soglia è che si sta entrando in uno spazio pensato, voluto e costruito intorno alle relazioni. Non una comune pizzeria o il solito ristorante, ma un luogo nel quale la convivialità viene prima di tutto.

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